Sfruttiamo l’acqua piovana per non sprecare l’acqua potabile
Una cisterna Kessel per il recupero dell’acqua piovana, interrata durante la costruzione di una nuova villetta, sopperisce al consumo giornaliero d’acqua dovuto al risciacquo dei WC e all’irrigazione del giardino, con grande vantaggio per la flora batterica del terreno e per le piante stesse grazie all’assenza di calcare e fluoro, oltre al risparmio economico e alla valorizzazione dell’anima green di chi ci abita.
Almeno la metà dell’acqua potabile che utilizziamo ogni giorno può essere sostituita dall’acqua piovana che, una volta filtrata, può essere raccolta in un serbatoio e sfruttata in diversi modi, come l’irrigazione, perché spesso nei periodi di siccità, proprio quando il nostro verde ha maggior bisogno di essere innaffiato, possono essere in vigore norme territoriali che impediscono l’uso dell’acqua potabile al di fuori dello stretto indispensabile (igiene della persona, usi alimentari, ecc.), lo scarico degli sciacquoni dei vasi sanitari, perché ogni volta che ne facciamo uso vengono scaricati una decina di litri di acqua potabile in fognatura e nelle pulizie domestiche, quando per esempio lavando i pavimenti o l’automobile possiamo tranquillamente sfruttare l’acqua piovana senza dover rinunciare a igiene e qualità.
Per il miglior risultato nella realizzazione dell’impianto, sono determinanti il suo corretto dimensionamento e il sistema di filtraggio: conoscendo l’apporto di acqua piovana e la tipologia e il numero di prelievi che andrà ad integrare, possiamo valutare la capacità del serbatoio.
Il filtraggio dell’acqua piovana è indispensabile per evitare di portare nel serbatoio lo sporco che si forma abitualmente sul tetto. La nostra proposta è caratterizzata da un filtro a maglia finissima da installare a monte del serbatoio e non all’interno. In questo modo possiamo fare tutte le ispezioni e le manutenzioni di pulizia richieste senza dover aprire ogni volta la cisterna: la luce e lo sporco che inevitabilmente entrano sono dei fattori critici che accelerano la proliferazione di alghe.
Il filtro e la cisterna Kessel: non è assolutamente vero che “più grande è, meglio è”, perché se l’acqua recuperata resta ferma per un periodo eccessivo (neanche troppo lungo, circa 1 mese) avremmo come risultato acqua non limpida e di odore sgradevole.
La valvola di non riflusso Staufix: è un accessorio importante che noi consigliamo sempre e che va installata sulla tubazione di troppo pieno per evitare l’infiltrarsi di piccoli roditori o insetti che finiscono per annegare all’interno del serbatoio.
Schema dell’impianto, che deve sempre garantire la qualità dell’acqua raccolta, per sfruttarla al meglio e ottimizzarne l’impiego. L’unifamiliare costruita a Mandria vicino a Padova è in classe energetica A e il recupero delle acque piovane rappresenta un accorgimento importante, dimostrando ancora una volta che le scelte fatte a monte nella progettazione rivestono un ruolo basilare per la valorizzazione dell’immobile.
Sempre più spesso le normative territoriali richiedono l’installazione di questi sistemi sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni: i sistemi di recupero dell’acqua piovana sono sicuramente un valore aggiunto per l’immobile, che potrà così risultare più appetibile sul mercato.
Il team CVB Professional ha supportato molte imprese nella progettazione e nella realizzazione di questi impianti: “La scelta di una cisterna Kessel” – spiega il direttore tecnico della Faggian srl – “è stata dettata dalla qualità dei materiali, dalla completezza dell’allestimento e dalla fiducia riposta in Commerciale Veneta Beltrame, che ci ha fornito l’assistenza tecnica necessaria durante tutta la fase commerciale del prodotto”.
Vista a lavori ultimati.
Un esempio di ordinanza comunale per il divieto di consumo di acqua potabile per usi non domestici.
I termocamini: bellezza, funzionalità, risparmio e rispetto per l’ambiente
Tutti sappiamo che fuoco è bello, soprattutto quando la fiamma del caminetto riscalda il salotto o lo illumina con la sua luce magica: pochi sanno che gran parte dell’energia termica generata dalla fiamma può essere recuperata per produrre acqua calda per termosifoni e acqua sanitaria.
Il termocamino non è quindi solo un oggetto di arredamento, che di solito è scelto per il suo apporto emozionale, e come tale può essere personalizzato con tanti rivestimenti a scelta per adattarsi ad ogni stile abitativo e gusto personale, ma può diventare un’importante seconda fonte integrata con quella primaria per la produzione dell’acqua calda, che grazie all’utilizzo della legna o del pellet permette di risparmiare sui costi del riscaldamento rispettando l’ambiente.
Costo dei combustibili necessari per riscaldare un appartamento di 100 mq. per un anno (Fonte: centroconsumatori.it – marzo 2014): oltre che essere i più convenienti, legna e pallet mostrano prezzi stabili nel tempo.
Anche se la combustione della legna è un processo chimico complesso e difficile da controllare, usare la legna o il pellet per riscaldare è una scelta sempre più intelligente perché si tratta di fonti di energia rinnovabile: la combustione rispetta l’ambiente perché le emissioni di CO (monossido di carbonio) nell’atmosfera sono in genere basse. Innumerevoli sono i vantaggi di questa soluzione, tra cui l’ampia disponibilità del combustibile, estremamente conveniente rispetto a quelli liquidi e gassosi tradizionali e che si può trovare anche localmente, e l’energia considerata pulita, in quanto questi combustibili non favoriscono l’effetto serra, poiché la CO2 (anidride carbonica) prodotta dalla combustione è la stessa assorbita dalla pianta durante il suo ciclo di vita.
Il legno è una fonte di energia rinnovabile perché è il risultato della fotosintesi, e continuerà a essere prodotto dagli alberi fino a quando splenderà il sole.
Il termocamino non si può considerare un apparecchio completamente autonomo, in quando l’accensione non è automatica e non è costante: quindi per sfruttare appieno tutte le sue caratteristiche, si deve integrarlo con una caldaia classica che ne possa così completare il funzionamento. Per la corretta integrazione, è buona norma utilizzare un accumulo inerziale, dove si possono miscelare le diverse fonti di energia, assicurando la totale copertura del fabbisogno termico, sia per il riscaldamento che per la produzione di acqua calda sanitaria.
Da sempre, per installare un qualsiasi termocamino a legna su un impianto di riscaldamento civile, bisogna montare un vaso d’espansione aperto sull’impianto stesso (secondo le normative tuttora vigenti). La funzione di tale vaso aperto è quella di scaricare l’eventuale pressione formata all’interno dell’impianto e delle tubazioni in caso di ebollizione dell’acqua dovuta, ad esempio, a un blackout improvviso, perché la legna continua a bruciare anche senza corrente elettrica.
Oggi, con l’avvento di nuovi sistemi di gestione della fiamma, molti modelli di termocamini a legna non necessitano più del vaso aperto. Gli impianti di riscaldamento a vaso aperto sono ormai ritenuti sorpassati perché hanno una serie di inconvenienti che non presentano gli impianti a circuito chiuso: primo tra tutti la pericolosità in caso di ebollizione, poi l’elevata dispersione termica, la difficoltà di realizzo e la non compatibilità con le caldaie murali a gas di ultima generazione.
Il sistema “Sicuro Top” brevettato da Klover è un vaso aperto incorporato e quindi a pressione zero. Un termocamino cosi può essere integrato a un apparecchio già installato (qualsiasi caldaia anche a gas di tipo murale), oppure funzionare come unica fonte di riscaldamento per l’abitazione. II corpo caldaia è del tipo “a camera d’acqua” con elementi di scambio a diretto contatto con la fiamma. Con questo sistema non esiste più il pericolo dell’aumento di pressione in caso di ebollizione dell’acqua: la pressione all’interno del corpo caldaia è zero.
Con l’impiego di appositi kit, i termocamini sono in grado di produrre anche l’acqua sanitaria per i bagni e la cucina, che può anche essere accumulata in appositi bollitori per essere sempre a disposizione alla temperatura desiderata. Tra le infinite versioni disponibili sul mercato, va scelto con attenzione il kit giusto per garantire un’installazione allo stato dell’arte, con l’integrazione in impianti misti per esempio con pannelli solari e caldaiette murali a gas, oppure collegati all’impianto di riscaldamento nuovo o esistente.
Esempio di un kit a doppio scambiatore, completo di tutte le componenti tecnologiche necessarie per la gestione automatica del calore e la produzione di acqua calda sanitaria.
Sono diverse le tecnologie disponibili per garantire in automatico il funzionamento dell’impianto e il risparmio del combustibile, con centraline elettroniche installate sui vari apparati in grado di comunicare fra di loro i principali parametri della combustione e di intervenire per correggerli in modo ottimale.
Schema funzionale di massima: sia la caldaia che il termocamino scaricano la potenza nell’accumulo combinato che, dimensionato correttamente, funge da volano inerziale, necessario per sfruttare al massimo la combustione della legna. In questo modo le due energie vengono integrate nel modo migliore: se è stato acceso il termocamino tutta l’energia viene stoccata nell’accumulo; in caso sia spento il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria sono comunque assicurati dalla caldaia a gas.
Le funzioni e i campi d’applicazione dei termocamini a pellet e a legna sono pressoché equivalenti: la differenza principale sta nel controllo della combustione, che con il pellet si riesce ad automatizzare totalmente attraverso una gestione elettronica delle accensioni che può essere fatta attraverso un pannello comandi remoto, un telecomando o comodamente a distanza attraverso un semplice sms. Se è disponibile uno scarico fumi forzato, il termocamino a pellet può essere installato anche con una canna fumaria di piccole dimensioni e decentrata rispetto allo scarico.
Nel caso di alimentazione a pellet, all’interno del termocamino di solito è ubicato un piccolo serbatoio per lo stoccaggio della materia prima.
Da sempre CVB dà la massima importanza al rispetto della natura, investendo nella ricerca dei migliori produttori di apparecchiature per fonti energetiche rinnovabili e rispettose dell’ambiente e formando venditori e tecnici sulle tecnologie più avanzate, proprio per essere in grado di aiutare sempre i propri installatori a fornire ai clienti il giusto impianto, anche in questo particolare caso dei termocamini.
Appoggiarsi ai consulenti CVB Professional vuol dire avere la garanzia dello sviluppo del progetto migliore per integrare il termocamino nell’impianto.
Più comfort per dare più valore alla casa
Nell’edilizia il sogno più diffuso è quello di costruire o ristrutturare in modo da assicurare il massimo comfort abitativo con il massimo risparmio energetico: solamente le tecnologie più avanzate ci possono venire incontro, a patto però di avere partner altamente specializzati per la progettazione degli impianti e per la fornitura delle migliori soluzioni tecnologiche, in grado sempre di integrare il meglio che c’è sul mercato
Il valore di un’abitazione si misura tra l’altro anche dal grado di benessere che percepisce chi la abita e quindi dal grado di comfort che la casa assicura a chi ci vive: la temperatura ideale in ogni stagione dell’anno, il giusto livello di umidità e l’omogeneità climatica sono quindi quei fattori essenziali per la misura del comfort abitativo che può migliorare la qualità della vita.
Sia le prestazioni psico-fisiche che quelle lavorative della persona sono sensibilmente correlate alle condizioni di comfort dell’ambiente in cui si trova: studi e test effettuati in tutto il mondo dimostrano che l’umore, la positività, la concentrazione e la produttività sono direttamente collegate al grado di comfort dell’ambiente in cui si staziona.
Il sistema di riscaldamento e raffrescamento rappresenta fra tutti gli impianti della casa forse la scelta che può realmente condizionare il benessere delle persone che ci abitano e perciò dev’essere progettato tenendo conto di tutti quei fattori che, correlati nel modo corretto, puntano a raggiungere il suo massimo livello nell’ambiente. Due sono i fattori che condizionano il risultato finale, e quindi il benessere percepito nell’abitazione: la temperatura giusta associata al giusto livello di umidità.
Per avere la sensazione più piacevole nell’ambiente in cui viviamo, le pareti dovrebbero avere una temperatura di un paio di gradi superiore dell’aria in inverno, e di un paio di gradi più fresca dell’aria ambiente in estate, con un’umidità relativa compresa tra il 50 e il 60%.
Per misurare la temperatura percepita dal corpo umano, soprattutto in presenza di forte umidità nell’aria (la tipica afa estiva), non esiste un solo metodo, ma sono disponibili più indici che misurano rilevazioni effettuate in modo diverso e con parametri differenti. I primi studi sono stati effettuati nel 1965 in Canada, ma solo successivamente alcuni meteorologi canadesi hanno individuato una scala, cui hanno dato il nome di Humidex: considerando la temperatura dell’aria e l’umidità relativa, essa cerca di calcolare un singolo valore in grado di descrivere il disagio per l’uomo in giorni umidi e caldi.
L’indice Humidex, utilizzato per valutare il benessere biometereologico dell’uomo in relazione all’umidità e alla temperatura, colloca il rapporto ideale tra i 18-24 °C di temperatura e il 40-60% di umidità.
Un buon livello di umidità aumenta la sensazione di caldo percepito, mentre un tasso di umidità troppo basso aumenta l’evaporazione cutanea facendo raffreddare il corpo più in fretta. Inoltre l’aria secca può inaridire le mucose e irritare le vie aeree, causando mal di gola e mal di testa. Grazie alla continua ricerca del comfort termico, che nasce dall’esigenza di migliorare la qualità della vita, possiamo tranquillamente affermare che il miglior grado di comfort dell’ambiente si può raggiungere con un sistema di climatizzazione radiante, sia esso a pavimento, a parete o a soffitto, perché ci permette di avere un’uniformità della temperatura ambiente (superfici ed aria) con corrette proporzioni di scambio termico fra il nostro corpo e l’ambiente e una corretta regolazione che consente il controllo ottimale dell’umidità.
Rappresentazione del comfort termico: anche se non ce ne accorgiamo direttamente, noi possiamo non percepire un senso completo di benessere dai sistemi di climatizzazione ad aria forzata, che vanno a stimolare in maniera continua i sensori presenti nel nostro corpo, abbassando la capacità di concentrazione e il rendimento, e provocando stanchezza e mal di testa.
Il Team CVB Professional è da sempre impegnato nello studio del comfort dell’ambiente, ed è in grado di proporre ai propri partner le soluzioni impiantistiche che ottimizzano il miglior rapporto tra comfort e risparmio energetico, integrando tutti i prodotti proposti, ivi compresa la regolazione.
Numerosi sono i progetti che abbiamo realizzato con l’obiettivo del massimo comfort abitativo, integrando al meglio le varie soluzioni possibili, come nel caso della Ventilazione Meccanica Controllata, dei sistemi radianti a bassa inerzia e delle biomasse.
Le case prefabbricate in legno sono edifici a basso consumo energetico perché richiedono poca energia per la presenza del legno che trattiene efficacemente il calore e assicura un ottimo isolamento
La costruzione di un edificio di questo tipo necessita di una precisa organizzazione dei lavori, dal progetto esecutivo alla scelta degli impianti, che devono essere i più adatti per capitalizzare le prestazioni energetiche e antisismiche garantite dall’utilizzo del legno.
Chi oggi si accinge a valutare la costruzione di una nuova casa o vuole ristrutturarne una, deve essere attento alle nuove leggi relative alla certificazione energetica degli edifici, alla qualità della costruzione, alla corretta utilizzazione dei materiali, alla rispondenze alle norme (calcolo sismico, dispersione termica, abbattimento acustico, ecc.).
Una tipologia costruttiva sempre più comune è rappresentata dalle case prefabbricate in legno. L’obiettivo è sempre quello di costruire un’abitazione ecologica che grazie al corretto isolamento riduca le emissioni e contenga i costi energetici: rispetto a una casa tradizionale i consumi delle case prefabbricate in legno possono essere inferiori anche del 70%, con gli impianti correttamente dimensionati e in linea con le aspettative di comfort degli abitanti, anche grazie a un utilizzo intelligente delle fonti rinnovabili.
Nella fase iniziale si gettano le fondazioni e successivamente viene installata la struttura portante con i pannelli di chiusura delle pareti.
I pannelli vengono trasportati in cantiere e montati a secco sulle strutture di fondazione. Allo stesso modo si procede con i solai, anch’essi composti da pannelli prefabbricati e con la copertura. Per favorire la logistica, le dimensioni e il peso dei moduli sono tali da permetterne un agevole trasporto e movimentazione in cantiere, con l’utilizzo di autoarticolati e di gru standard.
A strutture ultimate si procede con l’installazione degli impianti e l’applicazione delle finiture interne ed esterne.
La tipologia migliore di impianto per una casa in legno è una conseguenza dell’analisi dello stile di vita di chi la abiterà e delle prerogative climatiche dell’ambiente dove sorgerà l’edificio. Le caratteristiche morfologiche del terreno e la considerazione del calore richiesto dalla zona climatica determinano la necessità di un raffrescamento estivo. La disponibilità di fonti energetiche rinnovabili o di una falda acquifera sfruttabile nelle vicinanze sarà invece determinante per scegliere tra le varie tipologie di impianti, come una semplice caldaia a condensazione per il solo riscaldamento, sia con impianto a pannelli radianti sia a caloriferi, oppure una pompa di calore con un impianto a pannelli radianti e un sistema di deumidificazione e di raffrescamento, nel caso fosse necessaria anche la climatizzazione estiva. Poiché in generale chi decide di abitare in questo tipo di abitazione punta al miglior confort abitativo, per migliorare la qualità dell’aria all’interno della casa è sempre consigliabile l’installazione di un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata, perché questi edifici, riducendo al minimo le dispersioni termiche con grandi vantaggi dal punto di vista energetico, minimizzano anche gli scambi d’aria naturali con l’esterno. Grazie a questo impianto si possono mantenere le condizioni ottimali di umidità all’interno della casa prefabbricata in legno, gestendo nel modo migliore il microclima. Infatti sempre più spesso può non risultare ideale l’apertura delle finestre per assicurare il ricambio dell’aria, soprattutto se questa non si può considerare pulita in quanto appesantita dall’inquinamento atmosferico. Un altro tipo di impianto qualificante la casa in legno, può essere quello con fonte di energia geotermica, che nonostante i costi della trivellazione e del posizionamento delle sonde, rimane sempre uno dei sistemi più ecologici e rispettosi dell’ambiente per ottenere il caldo in inverno e il fresco in estate. CVB Professional già da tempo collabora con aziende costruttrici di case in legno nel Veneto, portando sul cantiere la sua esperienza pluriennale di impianti idrotermosanitari collegata alle conoscenze delle tecniche costruttive, dei prodotti più avanzati e delle ultime normative, per garantire ai fortunati abitanti di queste case i costi di gestione più bassi per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione dell’acqua sanitaria per gli usi domestici.
Con questo sistema costruttivo si riesce a consegnare un edificio finito e abitabile, come ad esempio un’abitazione singola a due piani, in 16 settimane dall’inizio del cantiere, cosa impensabile con un sistema in laterizio tradizionale.
I sistemi a pannelli radianti per il riscaldamento e il raffreddamento offrono una soluzione confortevole ed efficiente dal punto di vista energetico
Riscaldare o raffreddare un edificio richiede spesso dei compromessi, perché l’aumento dei prezzi dell’energia si contrappone alla crescita delle esigenze di un ambiente confortevole.
I pannelli radianti funzionano secondo il principio naturale dell’irraggiamento, lo stesso che permette al sole di scaldare la terra: l’irraggiamento diretto in una giornata invernale fredda ci permette di percepire una sensazione piacevole di calore nonostante l’aria ambientale sia fredda. L’effetto riscaldante del sole è generato dalle onde elettromagnetiche che penetrano l’atmosfera senza dissipare l’energia, che è convertita in calore al contatto con il corpo umano. I pannelli radianti a soffitto e a parete imitano questo fenomeno naturale, assicurando la stessa sensazione piacevole e confortevole con la massima efficienza energetica, facendo sì che il calore percepito risulti omogeneo sia nel caso che arrivi dall’alto che dal basso.
Gli edifici progettati con elevati standard qualitativi di coibentazione termica, in linea con le direttive europee che impongono entro il 2020 la realizzazione di edifici a “energia zero”, trovano nel sistema radiante a parete e a soffitto la soluzione ideale per la climatizzazione invernale ed estiva. Un’abitazione in classe A è caratterizzata da due aspetti molto importanti
che identificano nel sistema radiante a parete e a soffitto la soluzione migliore da adottare, in quanto caratterizzato da una ridotta inerzia termica e da ridotti tempi di messa a regime.
Il pannello radiante è un sandwich prefabbricato costituito da un pannello di cartongesso dello spessore di circa 15 mm e un pannello isolante nel quale è alloggiato un tubo capillare ricavato all’interno del pannello in cartongesso. Sono disponibili diversi modelli con svariate dimensioni.
Il fissaggio dei pannelli avviene su profili metallici standard per pannelli in cartongesso, che vengono posizionati in modo da permettere l’inserimento, tra un pannello e l’altro, dei collettori lineari di alimentazione e di ritorno dei circuiti, annegati nei pannelli stessi.
Le foto rappresentano un sistema radiante completo in fase di installazione. Come si può vedere i pannelli vengono integrati nella struttura del cartongesso: una volta finita la posa e il collegamento idraulico, l’installazione verrà terminata con pannelli di tamponamento (cartongesso semplice) e con la successiva rasatura e tinteggiatura l’effetto di omogeneità del soffitto o della parete sarà totale.
Tutti i collegamenti idraulici tra i circuiti e i collettori delle linee di adduzione e ritorno sono realizzati con raccordi a innesto rapido, che consentono un’installazione veloce. I collettori lineari, adiacenti ai pannelli, garantiscono il collegamento idraulico in parallelo dei singoli moduli e mantengono costanti le perdite di carico in funzione del numero di moduli collegati.
La finitura della superficie di questi pannelli prevede la medesima lavorazione delle normali pareti di cartongesso: stuccatura e rinforzo con nastri di rete o carta nei giunti, primer impregnante, decorazione finale a pittura e spatolatura.
Il sistema radiante tradizionale a pavimento, nel quale la presenza del massetto comporta un’inerzia termica decisamente maggiore e la potenza emessa è difficilmente gestibile con i bassi valori di fabbisogno dell’edificio, diventa una soluzione meno efficace per questo tipo di applicazioni, arrivando anche ad eventuali problematiche di gestione dello sfasamento termico dell’edificio.
Nelle nuove abitazioni come nelle ristrutturazioni, l’impianto radiante a pannelli prefabbricati in cartongesso svolge sia la funzione impiantistica che quella edilizia, in quanto integra l’isolamento termico e sostituisce l’intonaco, consentendo di ricavare gli spazi necessari al posizionamento degli impianti elettrici, idraulici e della ventilazione. Per questo motivo anche a livello economico i costi totali non si discostano di molto rispetto a quelli degli impianti tradizionali, anche perché, vista la versatilità dell’impianto, la superficie radiante può essere anche solo una porzione di quella totale.
Il pannello può essere posizionato anche a controsoffitto, utilizzando le strutture di sostegno abitualmente impiegate nei sistemi a secco. Questa prerogativa rende il sistema radiante adatto alla ristrutturazione di edifici in cui è possibile realizzare il controsoffitto, contribuendo alla coibentazione della superficie su cui viene posizionato.
Il sistema di climatizzazione con pannelli radianti a parete o a soffitto è adatto anche per il raffrescamento degli ambienti, ma per il raggiungimento del massimo comfort interno dell’edificio deve sempre essere completato con un adeguato sistema di deumidificazione, che possa intervenire sulla gestione dell’umidità ambiente.
Rispetto ai generatori di aria calda o fredda tradizionali, i pannelli radianti rappresentano una soluzione particolarmente pulita. Il calore, infatti, viene irradiato senza dare luogo a moti convettivi: non crea correnti d’aria e non mette in circolazione la polvere.
Riepiloghiamo i vantaggi di questa soluzione:
Il team CVB Professional, con l’aiuto delle aziende partner, ha supportato la realizzazione di numerosi progetti basati sulla tecnologia descritta, sia a parete che a soffitto, in tutte le fasi, dal dimensionamento alla posa in cantiere.
Più comfort, più igiene, più risparmio energetico: aria nuova nelle nostre abitazioni con un impianto di Ventilazione Meccanica Controllata (VMC)
L’importanza della corretta ventilazione interna degli edifici: l’aria è estratta dagli ambienti con più alta predisposizione alla formazione di odori e umidità, come cucina, bagno e lavanderia e viene reimmessa nei vani più “nobili” come il soggiorno e le camere da letto.
Le strutture sempre più isolate e gli spifferi praticamente inesistenti impediscono la naturale respirazione degli ambienti interni di una casa, rendendo ancora più necessario un impianto che possa ventilare in maniera controllata e costante gli ambienti dove viviamo e che si possa integrare in modo ideale negli indirizzi progettuali rivolti al risparmio energetico.
È proprio la camera da letto, di solito l’ambiente dove si trascorrono più ore al giorno, ad essere uno dei maggiori beneficiari di un impianto VMC. Sia perché è dove si respira aria per più tempo nella giornata, sia perché la ventilazione durante lo stazionamento nell’ambiente senza questo tipo di impianto risulterebbe assai improbabile, in quanto vorrebbe dire dormire con le finestre aperte.
Più comfort: la VMC permette di migliorare in maniera considerevole la qualità dell’aria che è percepita sempre come “fresca” anche quando l’abitazione è chiusa da giorni. Odori e fumi vengono dissipati medianti flussi d’aria controllati con livelli di rumore impercettibili.
Più igiene:questo sistema permette di eliminare le muffe, i batteri e i gas nocivi come il Radon, normalmente presenti nell’aria interna delle abitazioni, con la garanzia di un buon mantenimento degli intonaci e delle tappezzerie e di lasciare fuori casa i rumori e l’inquinamento perchè non si devono aprire le finestre per il ricambio dell’aria.
Risparmio energetico: una caratteristica di questa tipologia di impianto è il recupero del calore contenuto nell’aria espulsa che viene trasmesso all’aria di rinnovo, garantendo un ricambio d’aria costante senza la necessità di disperdere il calore, e quindi l’energia, attraverso l’apertura delle finestre.
Macchina di Ventilazione Meccanica Controllata fissata al soffitto. L’impianto è ancora nella fase iniziale: il tutto verrà ricoperto dal cartongesso creando una botola di ispezione sotto alla macchina per l’accesso e la pulizia dei filtri. Le due tubazioni isolate sul retro della macchina (quelle nere) portano all’esterno della casa: una espelle l’aria viziata e l’altra aspira l’aria pulita da reintegrare. E’ importante che i terminali di queste due tubazioni vengano tenuti lontani tra di loro, in modo da evitare eventuali “circuitazioni”. Sul davanti le due tubazioni rigide portano a dei plenum, uno per le immissioni e uno per le estrazioni, che attraverso appositi tubi flessibili bianchi arrivano ai terminali nei vari ambienti (bocchette).
Con le soluzioni a doppio flusso l’aria fresca immessa è filtrata e preriscaldata grazie al calore contenuto in quella viziata, che altrimenti andrebbe disperso all’esterno. I flussi in estrazione e quelli in immissione confluiscono in un ventilatore dotato di scambiatore di calore per garantire il comfort massimo. E’ questa la soluzione più indicata per migliorare la classe di merito in caso di certificazione energetica dell’edificio, in quanto si può arrivare a recuperare più del 90% del calore, a fronte del modesto consumo elettrico del ventilatore.
I sistemi più semplici per garantire una ventilazione costante degli ambienti sono quelli a flusso singolo, con la portata predefinita in sede di dimensionamento dell’impianto e garantita dall’installazione di bocchette di estrazione e di ingresso aria regolabili, che mantengono costante la portata dell’aria secondo i parametri di progetto. Nel caso di bocchette igroregolabili, queste possono regolare la portata in funzione dell’umidità presente nell’ambiente.
Il team CVB Professional è in grado di supportare tutte le fasi di realizzazione di un impianto di ventilazione meccanica controllata, dalle informazioni preliminari necessarie per sviluppare il progetto esecutivo, alla fornitura del materiale, anche solo di quello strettamente necessario per realizzare la sola predisposizione, fino all’assistenza in cantiere durante la posa.
Ad oggi gli impianti che abbiamo realizzato con i nostri partner sono circa un centinaio, con le più svariate tipologie di macchine e di reti di distribuzione dell’aria.
Parte anteriore della macchina dove si vedono i plenum di distribuzione, uno di immissione e uno di estrazione, da dove poi partono le tubazioni per le bocchette.
Particolare della rete di distribuzione dell’aria nell’impianto di ventilazione: le tubazioni collegano il plenum di distribuzione, posto subito dopo la macchina, alle bocchette poste nei vari ambienti.
La botola di ispezione per la pulizia dei filtri, creata nel cartongesso e posta al di sotto della macchina.
Le bocchette a impianto finito, in bagno e su una scala: come si può vedere risultano gradevoli alla vista e con un bassissimo impatto estetico.
L’ambiente bagno si colloca all’interno dell’ampliamento di un casale rustico, tipico della campagna veneta di metà ‘900. Il volume realizzato mirava a contenere la nuova zona notte padronale, per la quale era prevista una camera servita da due bagni e cabina armadio.
CVB è intervenuta nella fornitura completa di tutto l’arredo bagno e dei rivestimenti, affiancando il progettista e la committenza nella scelta dei materiali e dei complementi d’arredo.
L’aspetto “total-white” voluto dal progettista è stato pensato per dare luminosità agli ambienti orientati a nord, nonché per contrastare l’ingresso negli ambienti “di servizio” accostati a stanze rivisitate dallo stile classico, che contraddistingue l’intera abitazione.
L’effetto di appiattimento dato dal monocromatismo è stato evitato con la ricerca di materiali che visivamente prima, e al tatto poi, proponessero effetti diversi a seconda della posizione in cui venivano impiegati. L’utilizzo dell’oro e dell’illuminazione molto calda diventa un richiamo al resto degli spazi che contraddistinguono l’intervento.
Energia dal terreno: la sonda dell’impianto geotermico va dimensionata considerando il contenuto energetico tipico del terreno in cui viene installata
Tutti parlano delle caratteristiche dei vari tipi di sonde geotermiche, ma per scegliere quella giusta nessuno si chiede quanta energia il terreno è in grado di fornirle in modo rinnovabile.
Con il termine “energia geotermica” si intende generalmente il calore presente nel sottosuolo e disponibile a temperatura pressochè costante per tutto l’anno, a prescindere dalle condizioni climatiche esterne. In ogni punto della superficie terrestre è presente un flusso di calore proveniente dal mantello terrestre e che si trasmette per conduzione attraverso le formazioni rocciose della crosta terrestre: questo calore può essere estratto dal sottosuolo e sfruttato con particolare riferimento alle applicazioni per la climatizzazione.
La temperatura del terreno è influenzata dai fattori esogeni, cioè fattori esterni come pioggia, vento, stagioni, irraggiamento del sole, fino a circa 10 metri: più in profondità la temperatura rimane relativamente stabile, con oscillazioni di qualche grado al massimo, e superati i 20 metri la temperatura aumenta di circa 3 gradi ogni 100 metri a causa del calore endogeno della terra (nucleo).
Particolari di una sonda a 4 tubi diam. 32 che, una volta giunta in superficie, con le apposite “Y” si trasforma in 2 tubi diam. 40.
Per trasferire il calore dal terreno agli edifici da riscaldare si utilizzano negli impianti geotermici particolari scambiatori di calore, le sonde geotermiche, costituite da tubi ad U (uno o due tubi di mandata e di ritorno) collegati sul fondo e costruiti in materiali con alta trasmittanza termica, nei quali passa un liquido che assorbe il calore e lo porta in superficie.
Le sonde verticali di solito scendono nel terreno fino ad una profondità di circa 100 metri, andando verso le temperature più elevate: questa è la profondità ottimale per sfruttare al meglio la potenzialità delle macchine perforatrici. A seconda del tipo di materiale impiegato e della forma costruttiva, esse possono essere più o meno performanti in considerazione dei watt per metro lineare assorbiti.
Momento nel quale viene calata la sonda geotermica a 2 tubi: la perforazione è già stata effettuata e durante l’estrazione della trivella il foro è riempito con una colata bentonitica (cemento) nella quale, prima che si solidifichi, viene immersa una zavorra pesantissima che scendendo per la forza di gravità trascina con se i 2 tubi della sonda.
Ogni terreno possiede caratteristiche di scambio termico proprie che possono anche variare con la profondità, ed è quindi necessario uno studio approfondito delle caratteristiche del suolo dove si installeranno le sonde.
In generale si può dire che, per dimensionare correttamente l’impianto e assicurargli un equilibrio duraturo nel tempo, non si utilizzano sonde in grado di assorbire più energia di quella che il terreno può dare in modo rinnovabile: infatti se si estrae più energia di quella che il terreno è in grado di rinnovare, dopo un po’ di tempo lo stesso terreno si impoverisce di contenuto energetico, si raffredda e fa andare in crisi l’impianto geotermico.
Come si vede nella tabella, ogni tipologia di terreno può offrire una diversa quantità di energia in modo rinnovabile. Su questo dato infatti va dimensionata la lunghezza della sonda.
Il fattore di scambio varia significativamente con il tipo di terreno e trova una condizione ottimale nel nostro territorio del Veneto, caratterizzato dalla presenza di ghiaia, sabbia e falde acquifere, permettendo così di ottimizzare il rapporto tra la lunghezza della sonda e la quantità di energia scambiata.
Il team CVB Professional, avvalendosi della collaborazione di vari professionisti specializzati, è in grado di supportare la costruzione di un impianto geotermico in tutte le sue fasi di realizzazione: si occupa della fornitura di tutto il materiale per la centrale termica e per l’impianto e può dare supporto su tutto il necessario per il suo funzionamento a regola d’arte, come la stesura del progetto, la realizzazione delle sonde geotermiche e le informazioni per l’impianto elettrico.
CVB Professional vanta referenze di più di 50 impianti geotermici con sonda chiusa, con applicazioni nei più svariati tipi di terreno, da quello roccioso in piena collina a quello saturo d’acqua per la vicinanza al mare: tutti gli impianti realizzati sono risultati perfettamente funzionanti con ottimi ritorni in termini di soddisfazioni da parte del cliente.
Il perforatore accompagna la sonda che sta scendendo nel foro saturo di bentonite spinto dalla zavorra appesa nella parte anteriore.
Semplicità della gestione quotidiana di una caldaia a legna grazie all’abbinamento di un accumulatore energetico
Il vecchio impianto richiedeva 10 cariche durante il pomeriggio per un totale di 70 bricchi: una vera e propria schiavitù per il gestore della caldaia, che oggi invece è impegnato solo con 2 cariche.
La falegnameria artigianale Mobili Bosco, in provincia di Vicenza, sta utilizzando come combustibile per il riscaldamento dell’abitazione di circa 300 metri quadrati i bricchetti di segatura compressa prodotti localmente come scarto della lavorazione del legno.
Con un impianto alimentato da una caldaia Sile con bollitore incorporato e collegata direttamente ai caloriferi, la capacità di riscaldamento veniva consumata in modo istantaneo, con l’inconveniente che la caldaia doveva essere sempre alimentata e accesa per funzionare e scaldare l’ambiente e l’acqua: nel caso di raggiungimento dei parametri di temperatura, il surplus di riscaldamento veniva espulso dalla canna fumaria.
Anche durante il periodo estivo erano necessarie 8 cariche al giorno per tenere in temperatura il bollitore dell’acqua calda sanitaria, rischiando di dover attendere il riscaldamento fino alla temperatura impostata.
A causa del generatore fuori uso e dell’impianto termico datato, l’installatore Parolin Diego ha chiesto l’intervento del team di Consulenti Professional CVB per studiare un nuovo impianto in grado di facilitare la vita dell’utente, non obbligandolo a intervenire così frequentemente con il carico: una soluzione impiantistica basata solamente sulla sostituzione della caldaia non avrebbe risolto le esigenze del cliente, in quanto il funzionamento dell’impianto avrebbe richiesto ancora l’accensione continua del generatore, con il numero eccessivo di caricamenti che ne avrebbero compromesso il rendimento e continuato ad appesantire la gestione.
Schema del nuovo impianto, con una caldaia a legna ad alto rendimento abbinata a un accumulatore energetico.
Con la nuova caldaia a legna ad alto rendimento abbinata a un serbatoio di accumulo adeguatamente dimensionato, l’impianto funziona anche quando la caldaia non è accesa, in quanto l’energia prodotta dalla combustione viene immagazzinata nell’accumulatore energetico, che adesso diventa il cuore dell’impianto perché permette l’utilizzo dell’energia indipendentemente dall’accensione o meno della caldaia.
Sezione dell’accumulatore energetico, con particolare del sistema di stratificazione della temperatura dell’acqua.
La nuova caldaia ad alto rendimento con l’accumulatore energetico: convenienza, semplicità di gestione e comfort anche in spazi ristretti.
Particolare del regolatore di tiraggio nella canna fumaria per mantenere costanti le condizioni di combustione con il miglioramento del rendimento.
La richiesta del cliente che il nuovo impianto migliorasse la gestione giornaliera della caldaia è stata pienamente centrata: infatti adesso questa risulta fortemente semplificata, perché si passa dai vecchi 70 bricchi al giorno con 10 cariche ai nuovi 50 bricchi al giorno con 2 cariche, di solito alle ore 13 per scaldare nel pomeriggio e alle 17 per potere arrivare con tranquillità al giorno successivo.
Il risparmio di combustibile è di circa il 30% (20 bricchi al giorno in meno), ma soprattutto sono in evidenza gli 8 caricamenti della caldaia evitati ogni giorno, che permettono così all’utente di dire finalmente di non essere più il suo schiavo: nel periodo estivo un solo caricamento della caldaia garantisce l’acqua calda sanitaria addirittura per una settimana. Lo svuotamento delle ceneri è necessario solo 2 volte all’anno, grazie all’alto rendimento della combustione che ne riduce sensibilmente la produzione.
Nonostante che il pensiero comune possa talvolta ritenere la legna un combustibile povero, riteniamo invece che, in presenza di condizioni ottimali, un impianto di questo tipo dimensionato correttamente coniuga al meglio convenienza e comfort con la semplicità della gestione.
Legna in pezzi e bricchetti sono i tipi di combustibile utilizzati.
Sezione della caldaia con particolare della combustione a fiamma rovesciata.
I combustibili a biomasse sono i più convenienti anche quando devono essere acquistati sul mercato, tanto che negli ultimi anni il mercato delle biomasse è cresciuto notevolmente.
Un impianto solare sul tetto di un bar trattoria per risparmiare ogni anno ben 2 pieni del serbatoio GPL
Considerando il risparmio energetico e la detrazione fiscale, il nuovo impianto si ripaga in poco più di 3 anni.
Bar trattoria “La Sosta” a Musano di Trevignano (TV)
Il bar trattoria “La Sosta” si trova lungo la strada Postumia a Musano di Trevigiano ed è aperto tutto il giorno con 80 coperti a pranzo e 20 a cena. E’ dotato di una caldaia alimentata a gas GPL per il riscaldamento e la produzione dell’acqua calda sanitaria e il GPL è stoccato in un serbatoio esterno nel piazzale con capacità di 1500 litri.
L’impianto solare è stato realizzato dalla ditta Battocchio Impianti, che si è avvalsa della Commerciale Veneta Beltrame per la fornitura di tutto il materiale con il supporto del suo team di Consulenti Professional ed è composto da 7 pannelli e 1000 litri di accumulo, in pre-riscaldo per permettere all’acqua di entrare in caldaia ad una temperatura maggiore rispetto a quella dell’acquedotto favorendo così la riduzione dei costi dell’energia.
I punti di forza di questa tipologia di impianto sono la semplicità esecutiva e la facilità di integrazione nella centrale esistente, senza necessitare di opere che sarebbero risultate dispendiose e invasive.
Particolare della centrale termica: si notano l’accumulo da 1000 litri, la caldaia esistente, i vasi d’espansione, le valvole e le tubazioni.
Schema dell’impianto di preriscaldamento solare per ACS: nell’accumulo viene stoccata l’energia solare e al suo interno un tubo flessibile inox fa da produttore di ACS, alzando la temperatura dell’acqua in ingresso della caldaia.
Oggi sono sufficienti 3/4 carichi all’anno del serbatoio GPL rispetto ai 5/6 di prima, con un risparmio di circa 3.600 euro. L’impianto, comprendendo la fornitura del materiale, i collegamenti idraulici ed elettrici e le pratiche per la detrazione fiscale è costato poco più di 14.000 euro, iva compresa. Tutta la spesa è entrata in detrazione fiscale al 55% in 10 anni.
Considerando il risparmio energetico e la detrazione fiscale, l’impianto si ripaga in poco più di 3 anni: “Siamo molto soddisfatti di questo intervento sul nostro impianto e del supporto che abbiamo avuto” dice il titolare sig. Martignago Beppino, “perché oggi siamo in grado di assicurare il miglior servizio ai nostri clienti con un costo inferiore dell’energia ”.